"Il dipinto è citato per la prima volta nella villa nell'Inventario del 1691 (comprendente l'eredità granducale), segnato col n. 218 ½ , che difatti compare sul retro. Il ritratto, descritto minuziosamente senza però indicazione dell'identità del personaggio, era allora ubicato "nella quarta et ultima camera, che fa cantonata con la porta, che conduce verso il chiuso del salvatico". Nella stessa stanza viene inventariato nel 1768, assieme ad altri cinque quadri di misure analoghe, raffiguranti ritratti di "principesse vestite in diverse forme e maniere": i sei quadri furono contrassegnati col n. 498, presente sul pezzo. Nel 1784 gli stessi dipinti più uno si trovano nella stanza n. 272 e sono segnati col n. 4952, anch'esso presente in questo esemplare. Negli inventari seguenti i sette ritratti di principesse sono sempre citati insieme nella medesima stanza. Dalle aggiunte all'inventario 1818-1836 si ricava che due di questi ritratti furono venduti nel 1821, mentre uno fu "rimesso" alla Guardaroba nel 1828. Nel rimando all'Inventario Nuovo del 1836 i quattro quadri rimanenti sono segnati con numeri diversi (il nostro 291), ed anche successivamente furono inventariati singolarmente. Soltanto un altro ritratto di questa serie è attualmente conservato nella Villa, mentre gli altri due risultano dispersi, presenti per l'ultima volta nell'Inventario 1860. In questa data il dipinto era conservato nella stanza 85, "con finestra inferriata che corrisponde sul prato davanti la villa". La Langedijk inserisce il pezzo fra i dipinti che nel tempo sono stati erroneamente identificati come ritratti di Giovanna d'Austria. figlia dell'Imperatore Massimiliano, moglie dal 1565 di Francesco I de'Medici. Il quadro è infatti una copia parziale da un altro ritratto, opera anonima, degli Uffizi (Inv. 1890 n. 2408) raffigurante una principessa in piedi con un bimbo, ritenute per lungo tempo Giovanna d'Austria ed il figlio Don Filippo. Secondo il Mycielski sono da identificarsi però con Costanza d'Austria (1588-1631) sorella della granduchessa Maria Maddalena e seconda moglie (1605) di Sigismondo III Wasa re di Polonia ed il figlio Giovanni Casimiro (1609-1672). La Langedijk non accetta né smentisce tale identificazione, ripetuta invece da S. Meloni nella scheda relativa al dipinto degli Uffizi che attribuisce a scuola fiamminga, databile attorno al 1612. Pertanto questa opera, di derivazione è databile dopo il 1612 e si inserisce nella tradizione dei ritratti "internazionali", un po' statico, ma ricco nei particolari ed analitico nella loro individuazione" [1]
|